Il mondo delle idee
ai beni involontariamente, volontariamente ai mali?
E non è forse un male illudersi intorno alla verità,
un bene, invece, essere in possesso del vero? ciao
E possedere il vero non ti sembra che
consista nel pensare ciò che veramente è?
Platone
Tutto nasce da una riflessione su “L’elogio della crisi” di Umberto Galimberti: “Il nostro è un tempo di miti perché la gente oggi pensa molto poco. Pensare poco significa affidarsi a idee generali o individuali diffuse, solitamente tranquillizzanti, e quindi vivere in maniera acritica all’interno di queste coperture e di queste protezioni”… “il progresso nasce da un’anima insoddisfatta non da un’anima acquietata dalla protezione di idee mitizzate”. Oggi è il tempo della semplificazione del pensiero, dei messaggi tweet, delle letture brevi e leggere. Tutto ciò che crea turbamento viene allontanato dalla mente a scopo protettivo (ci si è inventati lo yoga come tecnica distensiva). Anche i rapporti tra le persone sono diventati “usa e getta”. Non esiste sacrificio, non esiste “complessità” e “approfondimento”. Tutto scorre ma non nel senso del divenire (come intendeva Eraclito), ma come un lasciarsi scivolare valori, esperienze, l’altro con i suoi sentimenti. Esperienza difficile è proprio quella di dedicarsi alla comprensione dell’esperienza nella sua pienezza. Ogni forma di problematizzazione è accantonata dalla massa che predilige i cosiddetti falsi miti (Galimberti cita il mercato, l’amore materno, la giovinezza, la felicità, la moda, la perfezione corporea e perfino la guerra). Freud sosteneva che il nostro modo di sentire, pensare o immaginare è guidato dal principio di piacere. “Se fosse vero che la dominante fondamentale della nostra economia psichica è il principio del piacere, allora dovremmo essere tutti felici. Ma è l’evidenza della vita quotidiana che si oppone a questo. Dunque al massimo si può dire non che il principio piacere esprima un dominio bensì una tendenza. E cosa si oppone ad essa? Il principio di realtà, i conflitti interiori che generano forme di nevrosi, stimoli violenti provenienti dal mondo esterno che generano spavento”. Per Freud è una necessità il ricorso al mito, visto che la scienza non arriva ad ottenere un sapere certo riguardo alle cose ultime ( la vita, la morte, la sessualità).
Idee e intelletto VS Mondo sensibile. Parlare di filosofia antica sembrerebbe fuori tempo ma non fuori tema. Nel pensiero di Platone l’uomo costituisce il tramite tra il mondo delle idee e il mondo sensibile. Nel Fedro il filosofo esprime il concetto di Iperuranio, quella zona al di là del cielo dove risiedono le idee (entità immutabili e perfette), raggiungibile solo dall’intelletto, non tangibile dagli enti terreni e corruttibili. Andando avanti nel tempo Arthur Schopenhauer, riferendosi a Platone, distinse la realtà in due mondi: il mondo vero, che altro non è che l’Iperuranio (il mondo delle idee) e il mondo sensibile e dell’imperfezione che è il mondo in cui viviamo. La chiave di lettura fornita dal filosofo è tutt’ora attuale se consideriamo la nostra vita mentale costituita da idee (che creano la nostra realtà soggettiva) opposta o parallela ad un mondo/contesto oggettivo. Ognuno di noi costruisce la propria realtà mentale sulla base dell’esperienza sensibile leggendo e interpretando le cose del mondo attraverso le proprie conoscenze ma anche attraverso le proprie suggestioni (e qui rientrano le nostre emozioni). Pertanto, il contenuto del mondo del pensiero è costituito da idee; ma mentre le idee platoniche sono oggetti, per noi le idee sono una realtà mentale di cui la coscienza è responsabile.
Idee patologiche. La Psichiatria si occupa della declinazione patologica delle idee riassumibili in idee autoctone (esistono al di fuori delle relazioni con altre idee, con caratteri persistenti e ossessivi) – idee coatte (si impongono in modo ossessivo alla mente del soggetto occupandone completamente il pensiero) – idee deliranti (idee erronee, non supportate dalla realtà) – idee determinanti (associazioni tra idee, conseguenti e connesse che creano incoerenza ideativa) – idee di riferimento (interpretano parole, opinioni notizie di per sé indifferenti ma come se riferite al soggetto interpretante) – idee dominanti (si impongono sulle altre invadendo il campo del pensiero) -idee fisse, intrusive, fuga delle idee.
Idee malate. Anche al di fuori della patologia psichiatrica, le idee possono essere fonte di disagio del singolo, quindi possono essere “malate”. In realtà il disagio del singolo non può prescindere dall’epoca e dalla struttura storica e sociale in cui è inserito, sostiene Umberto Galimberti ne “I miti del nostro tempo”. Gli individui non hanno coscienza delle “idee stantie, divenute egemoni per forza d’abitudine, per eccesso di pratica e di condivisione, e in fondo per la pigrizia del pensiero”. Potremmo dunque correre il rischio di inseguire un insieme di idee sbagliate. E se perdessimo tempo a indugiare in esse, mentre la vita trascorre rischiando di sbagliare direzione.
La cura delle idee. La Psicoterapia cognitiva si basa sulla cura idee irrazionali. Esse rappresentano quelle convinzioni che pur non avendo una base logica assumono un’importanza fondamentale nel nostro modo di pensare, influenzando negativamente la nostra condotta, l’autostima e l’idea che abbiamo su noi stessi. Lo Psichiatra Albert Ellis sviluppò un particolare approccio terapeutico: la terapia razionale emotiva (1955) conosciuta come RET. Essa attribuisce un’ importanza preminente al fatto che gli esseri umani tendono a pensare in maniera irrazionale, ad avere convinzioni irrazionali, a usare male i principi della logica e del ragionamento, a formarsi una visione del mondo poco realistica. Seguendo la logica delle idee irrazionali gli individui si procurano emozioni e stati d’animo spiacevoli, e mettono in atto comportamenti negativi. Le idee irrazionali si allontanano dalla realtà facendola percepire in maniera distorta. I pensieri negativi influenzano le emozioni. Attraverso la Psicoterapia Cognitiva basata su un processo di razionalizzazione per ridare una giusta dimensione alla realtà, i pensieri disfunzionali che conducono alla sofferenza emotiva possono essere identificati e curati. Sebbene il disagio degli esseri umani abbia numerose determinanti, mantenere uno stato di malessere dipende da ciò che l’individuo continua a pensare. Il modo più efficace per ridurre la sofferenza emotiva e il disagio consiste nel cambiare le proprie idee malate mettendole in discussione. Evitare che il contenuto delle idee acceda alla coscienza non è un rimedio, ma è una resistenza e una difesa dalla verità. Pertanto, ritornando al passaggio iniziale del testo, non sarebbe più vantaggioso “approfondire” e “curare” le idee piuttosto che affidarsi ai falsi miti che non generano felicità?
Bibliografia:
Umberto Galimberti, I miti del nostro tempo, Feltrinelli, 2009
Umberto Galimberti, Enciclopedia di Psicologia, Garzanti 1999
Sigmund Freud, Al di là del principio del piacere, (1920)
Sigmund Freud, Compendio di Psicoanalisi, (1938)