Pandemia e Guerra: lo stress e la salute del bambino
Come lo stress dei genitori può influire sulla salute di un bambino
Dopo due anni di pandemia sembrava essere possibile un graduale ritorno alla normalità: i bambini a scuola, i grandi a lavoro e tante attività produttive al riavvio. E invece nell’arco di due settimane si è affacciato prepotentemente nelle nostre vite uno spettro ancora peggiore: la guerra. Una guerra vicina e pericolosa che mette ancor più a rischio della pandemia le nostre vite ed il nostro stile di vita.
Dall’angoscia allo stress cronico
Le persone, durante le sedute di psicoterapia, riportano tutte un vissuto comune, riassumibile come un senso di stress cronico, costante e opprimente, presente ormai da un così lungo periodo che rende difficile ricordare come fosse “la vita di prima”. Si, perché ogni scelta sembra avere un peso diverso, dall’andare a fare la spesa a progettare le vacanze o un semplice weekend all’atmosfera domestica.
La maggior parte delle persone riconosce che prima della pandemia si viveva diversamente. Il modo di pensare era diverso: più fluido, più leggero, fatto di programmi a lungo termine e di tante più cose. Ed ora, nonostante la pandemia sia in via di remissione, la cosa che manca di più è proprio la serenità nel progettare, il fare programmi a medio temine senza paura.
Tutti sono sempre molto presi dal gestire la quotidianità, a cui si è aggiunto un continuo bombardamento di informazioni “drammatiche” prima sull’epidemia ed ora sulla guerra. Un flusso continuo quotidiano di dati allarmanti che entrano nelle case delle persone e che indubbiamente gravano sulla serenità delle famiglie.
Lo stress cronico come fattore di rischio
Oggi la posizione psicologica dominante è caratterizzata dal sentirsi limitati e impauriti dal futuro. Le persone si sentono sotto pressione e stressate. E dopo due anni possiamo parlare di stress cronico.
Lo stress cronico è un fattore di rischio per la salute mentale e purtroppo molto spesso viene trasmesso ed assorbito in famiglia come nei luoghi di lavoro.
Lo stress per la situazione contingente rappresenta un carico ulteriore, spesso difficile da gestire per gli adulti che spesso non riescono a porre dei filtri all’ ansia. E sono così sempre più spesso i più piccoli, i bambini, che hanno anche meno consapevolezza e mezzi per gestire ambienti stressanti, che pagano un prezzo altissimo per questa situazione.
E’ importante far presente che lo stress cronico, prolungato, può portare a problemi comportamentali ed emotivi nei bambini, che spesso perdurano durante tutto lo sviluppo. Lo stress è infatti, una variabile che può iniziare a influenzare un bambino prima ancora che nasca, già durante la gestazione.
Pandemia, guerra e salute mentale
Del resto, è anche comprensibile che dopo due anni di pandemia globale, i problemi di salute mentale come ansia e depressione siano più comuni che mai. Specialmente per i genitori, che si destreggiano con lo stress aggiuntivo dovuto alla chiusura e apertura delle scuole e con la paura della contaminazione per i loro figli ed ora anche con la paura della guerra.
Effetto dello stress dei genitori sui bambini
Capire quali siano gli effetti che lo stress degli adulti ha sui figli è molto importante per molti motivi. Primo fra tutti perché permette ai professionisti di mettere in relazione le cause e gli effetti di tanti malesseri rappresentati da grandi e piccini. Per studiare questo fenomeno, per provare a capire quali possano essere le conseguenze dello stress a lungo termine sugli adulti e sui bambini, molti ricercatori hanno preso in esame individui che hanno subito traumi importanti e protratti nel tempo, come i rifugiati sfuggiti ad un governo oppressivo, o le famiglie che lottando con la povertà, vivono con stress cronico per anni o addirittura decenni.
Lo stress ed i problemi del comportamento nei bambini
E grazie a questi studi sono state condotte diverse ricerche come quella pubblicata da Bowers nel 2017[1], quindi molto recente, che ha dimostrato come i bambini che vivono in ambienti stressanti presentino tipicamente problemi comportamentali ed emotivi durante lo sviluppo.
Un’altra ricerca condotta da Fields ha rilevato che l’ansia e lo stress domestico dei genitori sono collegati ai problemi emotivi dei loro figli, come aggressività, ansia e depressione. E’ del resto noto che lo stress materno sia stato anche correlato a fattori predittivi dell’ansia che successivamente quando i bambini crescono e diventano adulti si stabilizza in temperamenti difficile o caratterizzati da molte emozioni negative. Inoltre, è noto che l’ansia e la depressione materna sono associate all’impulsività e ai problemi di attenzione dei bambini.
Stress e gravidanza
Volendo approfondire l’importanza che riveste il ruolo dello stress dei genitori sui bambini non si può non sottolineare che lo stress può iniziare ad avere un impatto su un bambino prima ancora che nasca. Sappiamo infatti che le madri che hanno subito dei forti stress o dei veri e propri traumi durante la gravidanza, come le madri che erano incinte durante l’Olocausto o hanno dovuto evacuare il World Trade Center l’11 settembre, danno alla luce bambini che sono maggiormente a rischio di depressione e ansia.
Questi bambini hanno anche molte più complicazioni alla nascita, come l’alterazione del flusso sanguigno uterino, parto pretermine e basso peso alla nascita. Ciò suggerisce che gli effetti sia dei traumi che dello stress cronico, influenzano sia la madre che la biologia del feto, e secondo l’epigenetica possono anche essere trasmessi da una generazione all’altra.
Conseguenze neurobiologiche dello stress nei neonati
Nelson ha condotto delle ricerche recentissime sul passaggio dello stress e del trauma dalla mamma al bambino[2]. Ha effettuato la scansione del cervello di alcuni feti attraverso la pancia incinta delle loro madri per esaminare le conseguenze neurobiologiche dello stress cronico. In generale, questa ricerca ha dimostrato che lo stress nella madre è associato a una ridotta funzionalità nel cervello dei loro feti. Questo dimostra che madri stressate hanno feti con una ridotta attività cerebrale funzionale rispetto alle madri meno stressate. È importante sottolineare che anche i bambini delle madri stressate sono nati prima, coerentemente con ricerche precedenti che collegavano lo stress prenatale alle complicazioni alla nascita.
Lo stress dal feto al neonato al bambino
Ovviamente i cambiamenti osservati nei feti dovuti allo stress continuano anche nel neonato che si adatta a vivere in un ambiente difficile, ostile, nervoso impaziente. lo stress precoce nella vita dei bambini rallenta probabilmente l’attività cerebrale ne sarebbe dimostrazione la correlazione abbastanza evidente tra i disturbi dell’apprendimento e le situazioni di stress che vivono certi bambini.
Non a caso i bambini che crescono in circostanze stressanti mostrano una maturazione più rapida di alcune parti del cervello, in particolare le parti che si occupano della minaccia e hanno persino mostrato prove di una maturazione più rapida del corpo, compresi i loro molari permanenti
Come aiutare
La prima cosa che possiamo fare se vogliamo aiutare è cercare di non giudicare e non giudicarsi. Far sentire colpevoli le mamme e i genitori in generale per il fatto di essere stressati peggiora il senso di inadeguatezza. E’ invece importante suggerire di ricercare ed accettare il supporto sotto qualsiasi forma: materiale, finanziario, sociale per aiutare a ridurre sia il loro stress interno che l’ambiente stressante che circonda i loro bambini.
La cosa veramente importante da diffondere e trasmettere, e questo vale per tutti noi, è che un ambiente stressante, non va mai sottovalutato, perché influisce moltissimo sul comportamento dei bambini; “penetra nella loro psiche”, alterandone lo sviluppo. Le ricerche evidenziano che sia essenziale per aiutare i bambini, aiutare a ridurre lo stress dei caregiver. Questo vuol dire che tutti noi dobbiamo mettere in atto delle accortezze che possano aiutare noi ed i nostri bambini ad essere più sereni.
Cosa possiamo fare? Piccole accortezze
Alcune piccole strategie potrebbero essere:
- Non parlare troppo della guerra
- Evitare far vedere immagini forti relative alla guerra
- Non accendere la televisione la sera su canali che trasmettono aggiornamenti sulla guerra.
- Evitare i continui riferimenti relativi al fatto che la situazione economica stia per cambiare radicalmente in peggio.
- Dare valore al qui ed ora, a quello che si può fare in questo momento, senza fare confronti con il passato o con il futuro
Insomma il miglior modo per aiutare i bambini è quello di aiutare noi stessi ad avere condotte tranquillizzanti. Essere informati è un nostro dovere, ma lo è anche ripararci dal bombardamento mediatico che innalza il nostro livello di stress e nervosismo.
[1] Bowers, M. E., & Yehuda, R. (2017). Intergenerational transmission of stress in humans. Neuropsychopharmacology, 41(1), 232-244.
[2] Fields, A., Harmon, C., Lee, Z., Louie, J. Y., & Tottenham, N. (2021). Parent’s anxiety links household stress and young children’s behavioral dysregulation. Developmental psychobiology, 63, 16-30.