L’insonnia è un termine con il quale si intende sia il deficit quantitativo di sonno, cioè il dormire per un tempo non ragionevole o il non dormire affatto, sia il deficit qualitativo, cioè il dormire male, in maniera non riposante. Coloro che ne soffrono di solito lamentano di non essere in grado di dormire che per pochi minuti alla volta o di agitarsi nel letto durante la notte.

Dato il carattere indispensabile del sonno per l’equilibrio psicofisico dell’individuo, il problema dell’insonnia acquista un rilievo particolare. Se l’insonnia continua per più di alcune notti di seguito può divenire “cronica” e causare un deficit nel sonno che è estremamente nocivo per la salute dell’insonne. L’insonnia altera il naturale ciclo del sonno, ciò può risultare difficile da restaurare. Alcuni insonni non saggiamente continuano a lamentarsi sebbene cerchino di dormire nel pomeriggio o nella prima serata col risultato di ritrovarsi all’ora di dormire molto vigili aggravando l’insonnia. Altri spingono il loro corpo fino ai propri limiti, sin quando la mancanza di sonno causa gravi problemi fisici e mentali.

Sotto il profilo sintomatico, è possibile distinguere tre tipi di insonnia

  1. Insonnia “iniziale”. Il disturbo più frequente; si identifica con la difficoltà ad addormentarsi. L’insonne si agita nel letto, rigirandosi alla ricerca di una posizione ottimale che concili il sonno, oppure si alza, accende la luce, gira per casa, beve qualcosa, si dedica alla lettura ed a ogni altro espediente che possa aiutarlo a dormire, ma senza successo, fino a quando non cade addormentato solo alle prime luci dell’alba;
  2. Insonnia “intermittente o lacunare”. In certi soggetti il sonno rimane leggero per tutta la notte, intervallato da frequenti e brevi risvegli, talvolta in seguito a incubi. In genere, i soggetti che presentano questo tipo di insonnia, riferiscono al proprio medico di non poter chiudere occhio tutta la notte: in realtà, essi dormono solo male. Altre volte invece il soggetto si sveglia una o più volte durante la notte rimanendo sveglio per un periodo discretamente lungo, ma tali periodi di veglia sono intervallati da fasi di sonno normali.
  3. Insonnia “terminale”: il terzo ed ultimo tipo di insonnia, caratterizzata da un risveglio spontaneo precoce dei soggetti che ne sono affetti i quali non sono capaci di riaddormentarsi.

Sotto il profilo diagnostico, l’insonnia può essere classificata come transiente, acuta o cronica.

  1. l’insonnia transiente dura meno di una settimana, e può essere causata da altri disordini, cambi di ambiente, depressione o stress. Le sue conseguenze – sonnolenza e ridotte abilità psicomotorie – sono simili a quella della semplice privazione del sonno;
  2. l’insonnia acuta è l’impossibilità dormire in modo soddisfacente per meno di un mese;
  3. l’insonnia cronica dura più di un mese, e può essere disordine primario o causato da altre patologie. I suoi effetti dipendono dalle cause che la inducono, e possono includere affaticamento muscolare, allucinazioni, affaticamento mentale e doppia visione.

Questo articolo è pubblicato nei termini della GNU Free Documentation License e utilizza materiale tratto dalla voce di Wikipedia: “Insonnia”.